C’è grande aspettativa attorno al nuovo modello di singolo F70 di classe olimpica, pensato per canottieri di élite Senior maschili. È approdato in Filippi proprio in queste ore, direttamente dall’azienda che lo ha realizzato su nostro disegno, sottoforma di manichino, in attesa di essere trattato con un processo di laminazione, che lo trasformerà nello stampo vero e proprio secondo il profilo delineato al C.A.D dai nostri ingegneri.
I
primi test in acqua del prototipo, sono già stati programmati ai primi
di febbraio: saranno affidati a canottieri di assoluto prestigio, il cui
nome rimane per il momento top secret. E non è neppure certo se le
prove saranno effettuate su un bacino di canottaggio italiano o in un
sito internazionale.
La certezza è che l’F70 equipaggiato con i bracci aliante in carbonio è stato pensato per coprire la fascia intermedia che separa l’esperienza dell’F47 da quella dell’F39 (la barca con cui Mahe Drysdale ha vinto le Olimpiadi di Rio) ed e’ ottimizzato per un meso medio di 90-100 kg.
Alla base del progetto vi sono le conoscenze maturate con il singolo senior nelle stagione agonistiche precedenti, con l’obbiettivo di mettere a disposizione di quel segmento di atleti, che fa della potenza il proprio punto di forza, una barca dalle performance ottimali.
Secondo i calcoli dei nostri tecnici, servono 38 colpi al minuto per raggiungere la massima velocità per un’imbarcazione che, in termini di design, è più larga a poppa dell’F39 e ha una sezione principale più rotonda rispetto all’F14. Il resto dovranno farlo i bracci aliante in carbonio, che ormai rappresentano un must della produzione Filippi.
Per capire come si è arrivati a questo progetto è innanzitutto necessario analizzare lo studio ingegneristico che lo ha concepito.
I nostri tecnici hanno definito le caratteristiche del nuovo modello con l’impiego di tre programmi CAD differenti: con il software Catia v.5 hanno trattato le superfici; con Creo v.8 i volumi e con i pacchetti NX, Star e Nastram di Siemens hanno gestito i calcoli strutturali in riferimento a vincoli, forze e deformazioni, fino alle simulazioni idrodinamiche.
A disegno ultimato, la realizzazione del manichino è stata commissionata all’azienda specializzata. Si tratta di un modello di materiale composito da 30 chili al metro cubo, che è stato successivamente fresato da una macchina a controllo numerico secondo le linee del disegno, con 2 centimetri in più di volume rispetto all’originale.
Su questo modello è stato applicato un tessuto di vetro per conferire al manufatto la necessaria rigidità. Successivamente è stata applicata una pasta epossidica, che ne ha aumentato lo spessore di 4 centimetri, prima che il modello venisse riportato alle dimensioni del disegno originale con un’ulteriore fresatura finale in CNC.
Ora che si trova nei nostri stabilimenti di Donoratico, il manichino sarà opportunamente scartavetrato e verniciato, non prima di un passaggio di lucidatura e ceratura. Subito dopo si passerà al processo di infusione con resina epossidica utilizzando la pompa per il vuoto.
Sul modello verranno stesi tessuti di carbonio secchi, sui quali sarà immessa la resina che li impregna per compattazione. Provvederanno i nostri forni ad alta temperatura a garantire la completa essicazione del manufatto che, una volta sformato dal manichino, prenderà la strada della verniciatura per la realizzazione del prototipo dell’F70.